Se vi capitasse di parlare con 7-8 giocatori di ruzzola, rulletto o formaggio, sicuramente ognuno vi dirà che almeno una volta è stato campione. Non che voglia raccontare bugie, però sono talmente tante le gare che prima o poi la vittoria, la gloria arriderà a ognuno. Queste discipline, riconosciute come tradizionali, promosse dalla F.i.g. e s.t. (Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali) sono praticate dai 10-11 anni di età fino oltre gli 80 anni. Io ho avuto la fortuna di conoscere lo scorso anno a Nocera Umbra tal Doriano Properzi che proprio lì, in Umbria, si è portato a casa a 70 anni compiuti, il Trentunesimo titolo di Campione Italiano, nella fattispecie di rulletto. In cinquant’anni di attività sportiva, ha fatto tanti sacrifici e ha ottenuto altrettanti successi, ruzzola, rulletto o formaggio senza distinzione. E’ talmente bravo nel fare rotolare gli attrezzi, che vincerebbe anche il titolo con la ruota di un camion. Il tutto con un comune denominatore, il festeggiamento della vittoria a casa sua, con gli amici di una vita e quelli di ultima conoscenza come il sottoscritto.
Proprio ieri sono stato invitato a Porto San Giorgio, in un ambiente che a dire accogliente è poco. Intanto di fronte alla sua dimora non c’è un cane da guardia ma ben 7 micini che ti accolgono festanti. La sua signora, Doriana, ti accoglie nella sala da pranzo che è un vero e proprio museo fra maglie e trofei, risultato di innumerevoli vittorie. Se potessero parlare quei cimeli, racconterebbero di tanti pranzi e tante interminabili cene di ottimo pesce fresco, preparato con tanta cura e passione. E’ praticamente impossibile immortalare con una sola foto 50 anni di vittorie in una stanza. Presente anche tutta la nomenclatura della Figest, ma sulla tavolata eravamo tutti alla pari a mangiare, bere e raccontare aneddoti. La bravura e la modestia di Doriano è tutta racchiusa in poche righe. In 4 ore insieme non ha mai raccontato niente delle sue imprese. A un certo punto si è alzato dalla tavola e mi ha mostrato un foglio situato sotto un trofeo dicendomi: “Chi l’ha scritto questo?”. Era, con grande mia sorpresa e soddisfazione, la stampa di un articolo che io scrissi lo scorso anno in concomitanza col suo Trentunesimo titolo.
Doriano era raggiante con i suoi amici e signore a raccolta per festeggiarlo. Si muoveva fra i commensali (una ventina più o meno come le bottiglie di vino vuote ammassate in un angolo) con le sue ginocchia un po’ claudicanti, ma ancora in perfetta forma. Avendo fatto il carrozziere una vita, ogni tanto lima e smeriglia le sue rotule, preparandosi così a nuove sfide sportive e dando già appuntamento alla truppa per un’altra abbuffata di pesce. Ma nel museo Properzi le sorprese non finiscono mai. Il nostro augurio e la nostra certezza che il Museo Properzi si apra ancora tante volte.
Da Giancarlo Rossi.