
Il Professor Sergio Cinì in una foto di repertorio
Ci ha lasciati un grande medico, Primario dell’Unità di Ortopedia dell’Ospedale di Senigallia. E’ mancato il Professor Sergio Cinì, nativo di Nereto in Abruzzo, ma considerato Senigalliese a tutti gli effetti per il suo apporto costruttivo sia in campo professionale che in ambito sportivo dove nutriva grandi passioni per diversi sport.
Lo ricorda così Il volume storico “Sport e Sportivi nella Senigallia del ‘900” di Paolo Pizzi e Michele Millozzi:
Sergio Cinì (Nereto 1935 – medico ortopedico)
“Passa per Senigallia chissà quante volte: da Nereto la città degli affetti, dell’infanzia, va a Bologna dove studia alla facoltà di Medicina; guarda al suo futuro lavoro con quello spirito di altruismo, di dedizione e di disinteresse insito nella professione del medico, così come dovrebbe sempre essere, ma non sempre è. Conseguita la laurea entra, sempre a Bologna, nell’Istituto Rizzoli, nell’équipe del professor Gui, famoso ortopedico, Istituto dove accade di lavorare anche 24 ore su 24.
Il professor Gui gode di notorietà nazionale e, soprattutto, presso le società sportive di cui è l’esperto di riferimento quando – e la cosa capita assai di frequente – qualche atleta subisce un infortunio importante. E la domenica sera è il momento critico, o più critico, della settimana perché in Italia si gioca un enorme numero di partite di competizioni a squadre e individuali in tutti gli sport; è nella norma che qualcuno si faccia male e spesso, molto spesso questi atleti prendono la strada di Bologna che porta al reparto di ortopedia del professor Gui. All’Istituto Rizzoli, dove il dottor Cinì rimane “precario” per 8 lunghi anni, affina le sue conoscenze specifiche professionali e mette a punto la sua tecnica operatoria: è pronto per uscire dal Rizzoli e recarsi a Senigallia dove ha vinto il concorso per il Primariato di Ortopedia dell’Ospedale cittadino.
Ma con il medico ortopedico approda a Senigallia anche il tifoso di calcio che non ha nessuna difficoltà a far coabitare – anzi, la cosa gli viene bene – la sua passione sportiva per il “Bologna” con quella per la Vigor tanto più che il colore rossoblu è comune alle due squadre. E la sua competenza professionale è qui, a Senigallia, a disposizione così come lo era a Bologna: per lui non fa differenza curare Bulgarelli, Haller, Pivatelli o un anonimo, sconosciuto ragazzo della Vigor.
Il dottor Cinì afferra subito lo stile di vita locale, lo fa suo e si integra così rapidamente che, in poco tempo, sembra un senigalliese vero e proprio: certamente, la spiaggia e Villa Sorriso danno una grossa mano alla sua integrazione mentre il suo avvicinamento alla squadra di calcio cittadina avviene grazie alla conoscenza che fa del presidente della Vigor Antonio (Tonino) Ferretti e di Goffredo Bianchelli, fiduciario dell’Associazione Italiana Calciatori per gli infortuni degli atleti. Il binomio Bianchelli-Cinì diventa il riferimento per l’AIC, per tutti i calciatori italiani, dalla terza categoria alla serie A; la soluzione caso dell’infortunio di Moreno Roggi, lo sfortunato giocatore della Fiorentina vittima di un grave incidente di gioco, è un caso emblematico dell’ attiva e corretta collaborazione tra i due.
Nell’ambito della Vigor il giovane primario Cinì sviluppa nuove e solide amicizie ma si avvicina, grazie al collega Lucio Massacesi, anche al pugilato e ben presto lo si può vedere nella sua veste professionale assistere ai match a bordo ring, cosa che gli risulta altrettanto se non più gradevole quanto vedere un bell’incontro di boxe da una bella poltrona di spettatore.
Intanto Bianchelli, instancabile animatore di iniziative calcistiche, pensa bene di organizzare un incontro tra “vecchie glorie” di Juventus, che schiera campioni del calibro di Mattrel, Emoli, Garzena, Hamrin, Charles, e della squadra di Senigallia con i “vigorini” Vanigli, Dall’Agata, Botton oltre ai già noti Giampaoli, Miserocchi, Marchetti, Bramucci, Gregorini, Lavoratornovo e lo stesso Bianchelli, animatori più veri della Vigor degli anni ’50 e ‘60. Oltre 3.000 spettatori assistono alla partita, vinta ovviamente dai bianconeri. Tra gli entusiasti spettatori dell’incontro c’è, ovviamente, il dottor Cinì che festeggia l’avvenimento nella sua bella abitazione dove organizza una sontuosa serata in onore di tutti gli atleti e di altri sportivi per un totale di circa 200 invitati, serata organizzata sotto la supervisione al servizio di Romeo, già cameriere di alto livello presso il ristorante “Gallo d’oro”, che si muove tra gli ospiti come un maggiordomo d’altri tempi. Quella serata resta ancora viva oggi per la regalità dell’evento e per il significato che l’anfitrione dottor Cinì intese dargli: un omaggio spontaneo allo sport nell’umanità e all’umanità nello sport.
Comunque, con il trascorrere del tempo, nella Vigor cambiano i dirigenti; Tonnini, Ferretti, Bolognesi non ci sono più e Fabio Marchionni, Mimmo Zoppini, Sandro Mantovani, Sandro Paolini, Marco Venturi imboccano altre strade.Sergio Cinì, cui non viene meno la passione sportiva, rimane sempre ai bordi del campo verde del calcio ma non minor interesse inizia a provare per i tavoli verdi del ping pong: gli scudetti del ping pong stanno per arrivare e la passione che cresce tra i senigalliesi è anche quella sua… Grazie a Ferruccio Crivellini, la squadra del tennistavolo senigalliese gioca alla Rotonda e troviamo pronto il dottor Cinì a sostenere Costantini, Manoni, Appolloni, Pesaresi.
Tutta la città, e non solo quella sportiva, è dietro ai ragazzi del ping pong: sono bravi atleti che hanno alle spalle grandi maestri senigalliesi quali Enzo Pettinelli, Otello Montesi, Sergio Fileri, Domenico Ubaldi.